Smascherare la negazione del cambiamento climatico: una confutazione punto per punto

 

Sulle pagine di questo blog ho affrontato l’argomento del negazionismo talmente tante volte da non averne quasi più memoria. Eppure ancora una volta, dopo essermi imbattuto nei sostenitori dei soliti luoghi comuni, ripetuti come in un disco rotto,  mi è sembrato opportuno realizzare questo post che, come una sorta di vademecum, possa aiutare e soprattutto aiutarmi, ogni qual volta debba fornire risposte sintetiche ma argomentate. Anche come semplice divulgatore, dedicandomi ad una chiara comunicazione ambientale, mi imbatto dunque spesso in miti persistenti e affermazioni fuorvianti sul cambiamento climatico. Questi argomenti, anche se spesso smentiti da solide prove scientifiche, continuano a seminare dubbi e a ostacolare un'azione urgente, generando soprattutto inazione, pericolo direttamente derivato dai tentativi di deviazione dalla realtà scientificamente dimostrata. È fondamentale affrontare direttamente queste idee sbagliate, armandoci di fatti e comprensione per promuovere una discussione informata e accelerare la nostra risposta collettiva alla crisi climatica. Questo post mira quindi a smantellare sistematicamente le argomentazioni più comuni sulla negazione del cambiamento climatico con confutazioni chiare e scientificamente supportate.

Ho inoltre aggiunto numerosi richiami a miei post precedenti od a siti esterni su cui verificare dati ed affermazioni; allo scopo di approfondire la tematica riassunta, più o meno direttamente e per mettere ordine, in maniera ortodossa, al caos e alle banalizzazioni. Ah! Ovviamente il sottoscritto e tutti gli autori delle fonti esterne siamo in combutta!

Argomento 1: "Il cambiamento climatico è naturale: la Terra è sempre cambiata"

Confutazione: mentre è vero che il clima della Terra ha sempre sperimentato cicli naturali di riscaldamento e raffreddamento nel corso della sua storia, l'attuale tasso e l'entità del riscaldamento non hanno precedenti nella storia umana. I cambiamenti climatici del passato sono stati principalmente guidati da fattori come le variazioni dell'orbita terrestre (cicli di Milankovitch), l'attività solare o le grandi eruzioni vulcaniche, che si sviluppano nel corso dei millenni.

L'attuale riscaldamento non può essere spiegato da questi fattori naturali. Le prove scientifiche lo collegano inequivocabilmente al drammatico aumento dei gas serra nell'atmosfera, in particolare del biossido di carbonio (CO2), a partire dalla rivoluzione industriale. I dati delle carote di ghiaccio mostrano che le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono aumentate da circa 280 parti per milione (ppm) preindustriali a oltre 420 ppm oggi (anzi, di recente si è superata la soglia delle 430 ppm), un livello che non si vedeva da almeno 800.000 anni e il tasso di aumento più rapido mai registrato (National Oceanic and Atmospheric Administration, NOAA). L'analisi isotopica di questo CO2 atmosferico conferma la sua origine nella combustione di antichi combustibili fossili, distinguendolo dal CO2 presente in natura.


Affermare quindi che il clima è sempre cambiato, con modalità del tutto naturali, è corretto. Non lo è invece fare questa affermazione per giustificare il cambiamento climatico in atto.


Argomento 2: "I modelli climatici sono inaffidabili e non possono prevedere il futuro"

Confutazione: i modelli climatici sono sofisticati strumenti computazionali costruiti su leggi fondamentali della fisica, della chimica e della biologia, sul concetto generico di modello scientifico si veda qui. Non sono sfere di cristallo perfette, ma sono incredibilmente potenti per comprendere sistemi complessi. Questi modelli hanno una solida esperienza:
  • Successo dell'hindcasting: hanno "retroceduto" con successo i cambiamenti climatici del passato, riproducendo i record storici di temperatura osservati, la fusione dei ghiacci e l'innalzamento del livello del mare. Anche i modelli delle previsioni meteorologiche funzionano così: elaborare un modello e applicarlo ad una serie di fatti accaduti nel passato per vedere se i dati previsti dal modello coincidono con le misure. Se così, da quel momento in poi quel modello sarà applicato ogni qual volta i dati derivanti dalle misurazioni assumono quella determinata condizione, prevedendo quanto accadrà.
  • Accuratezza predittiva: molte delle prime previsioni dei modelli climatici, fatte decenni fa, sono state in gran parte confermate da osservazioni successive, tra cui l'andamento generale della temperatura globale. Così procede la scienza, che si nutre inoltre dei suoi stessi errori.
  • Miglioramento continuo: i modelli vengono continuamente perfezionati con più dati, una maggiore potenza di calcolo e una comprensione più profonda dei sistemi terrestri. Mentre i singoli modelli possono avere lievi variazioni, il consenso su un insieme di modelli indipendenti prevede costantemente un riscaldamento significativo in presenza di continue emissioni di gas serra. Questi modelli non si limitano a prevedere la temperatura ma proiettano inoltre cambiamenti nei modelli di precipitazione, eventi meteorologici estremi, acidificazione degli oceani e altro ancora.

Argomento 3: "Gli scienziati stanno fabbricando dati: è una cospirazione, un falso"

Confutazione: questa è un'accusa grave e infondata che ignora la natura rigorosa dell'indagine scientifica. Il consenso scientifico sui cambiamenti climatici causati dall'uomo non si basa su un singolo studio o su un piccolo gruppo di scienziati, ma su decenni di ricerca indipendente condotta da migliaia di scienziati in centinaia di istituzioni in tutto il mondo. La rete di misurazione ed analisi è composta da migliaia di componenti sparsi in tutto il mondo, spesso indipendenti l’uno dall’altro: un controllo in malafede di tutto ciò è impensabile. La ricerca scientifica moderna, da diversi decenni a questa parte e ancor di più a partire dalla nascita del web, è fatta da una intricata rete di relazioni all’interno e tra gruppi di lavoro, pubblicazioni sottoposte a verifica. Se davvero, come pensano molti negazionisti, esistessero questi cosiddetti scienziati disonesti, verrebbero smascherati pressoché immediatamente. 

  • Peer Review: i risultati scientifici sono sottoposti a un rigoroso processo di revisione e controllo, in cui altri esperti esaminano metodi, dati e conclusioni, prima della pubblicazione.
  • Verifica indipendente: le principali tendenze climatiche (ad esempio, l'aumento delle temperature, la fusione dei ghiacci, l'innalzamento del livello del mare) sono confermate da più set di dati indipendenti provenienti da satelliti, stazioni di terra, boe oceaniche e altre fonti. Sarebbe logisticamente impossibile per una cospirazione globale di questa portata fabbricare dati in modo coerente attraverso così tante misurazioni indipendenti e diverse discipline scientifiche.
  • Trasparenza: la moderna scienza del clima enfatizza la trasparenza dei dati, con set di dati spesso disponibili al pubblico per il controllo e la rianalisi.

Argomento 4: "Dove sono fa freddo: il riscaldamento globale non sta accadendo"

Confutazione: questo argomento confonde il tempo con il clima.
  • Il tempo si riferisce alle condizioni atmosferiche in brevi periodi (da ore a giorni) in un luogo specifico (ad esempio, "Il tempo di oggi è freddo e nevoso").
  • Il clima si riferisce ai modelli a lungo termine e alle medie delle condizioni meteorologiche nel corso di decenni o secoli in una regione o nel globo (ad esempio, "Il clima dell'Artico si sta riscaldando rapidamente").

Così come speranza e aspettativa anche meteo e clima sono due cose completamente diverse, e lo si è ribadito spesso. Il famoso matematico e meteorologo Edward Lorenz diceva che “Il clima è ciò che ti aspetti, il meteo è ciò che ottieni”. Una singola ondata di freddo o un inverno particolarmente nevoso non annullano la tendenza generale a lungo termine del riscaldamento globale. In effetti, alcuni studi suggeriscono che un Artico in riscaldamento può interrompere il vortice polare, portando a focolai di freddo più estremi nelle regioni a media latitudine. La temperatura media globale continua ad aumentare, con il 2023 e il 2024 che sono stati gli anni più caldi mai registrati, e l'ultimo decennio che è stato il decennio più caldo mai registrato (Organizzazione meteorologica mondiale, WMO).

Argomento 5: "Il CO2 è un gas in traccia: non può avere un impatto significativo"

Confutazione: sebbene il biossido di carbonio costituisca una piccola percentuale dell'atmosfera terrestre (circa lo 0,04%), la sua struttura molecolare lo rende un potente gas serra. Anche in tracce, gas come CO2, metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) sono incredibilmente efficaci nell'assorbire e riemettere la radiazione infrarossa, intrappolando così il calore nell'atmosfera, un processo essenziale per rendere la Terra abitabile. Qui un approfondimento.

Anche se un componente irrisorio del complesso sistema atmosfera ha un ruolo cruciale. Pur essendo il vapore acqueo il gas serra più abbondante, la sua concentrazione risponde in gran parte ai cambiamenti di temperatura. Il CO2 funge da manopola di controllo primaria per la temperatura terrestre; un aumento relativamente piccolo di CO2 può portare a un significativo effetto di riscaldamento, che innesca una retroazione (feedback) consentendo all’atmosfera di trattenere un quantitativo maggiore di vapore acqueo, amplificando ulteriormente il riscaldamento. Storicamente, anche piccoli cambiamenti nelle concentrazioni di CO2 sono stati associati a cambiamenti sostanziali nel clima terrestre. E, dal punto di vista della moderna ricerca scientifica, questa cosa era già nota nel XIX secolo.

Argomento 6: “Il CO2 non è inquinante: aumentando ci sta regalando un pianeta più verde”

Confutazione: si noti innanzi tutto il paradosso che emerge cercando di mettere insieme questa cosa con la precedente. Il CO2 è certamente il gas naturale più importante dopo l’ossigeno, carburante della fotosintesi clorofilliana e vederlo come elemento negativo è difficile anche da parte di chi ritiene vero il cambiamento climatico. In quantità non eccessive può tranquillamente essere respirato senza danni ma la sua concentrazione e il ritmo con cui cresce nel tempo sono problematici. Ovviamente è un gas necessario: agisce sia come cibo per i vegetali che come coperta che trattiene nella parte bassa dell’atmosfera parte del calore riemesso dalla superficie. Senza CO2 tutte le forme di vita vegetali morirebbero, venendo meno la base della catena alimentare e in brevissimo tempo la Terra diverrebbe una landa desolata, con una temperatura media del pianeta di circa -20 °C, anziché gli attuali +15 °C. Ed è su questo paradosso che si basa l’argomento: non possiamo vivere senza e nemmeno senza l’effetto serra da questo prodotto, ma contemporaneamente si rischia di mettere in pericolo l’intera umanità a causa del suo aumento rapido ed indiscriminato. Indipendentemente dalla composizione e dal comportamento di ogni singolo componente con effetto serra presente in atmosfera ad un aumento del CO2 non corrisponde una Terra più verde. La superficie di territorio ricoperta da foreste a livello globale si è ridotta del 10 percento in appena un decennio, e il 96 percento della deforestazione interessa le foreste tropicali (fonte Our World in Data) e così continuando in meno di 20 anni la foresta amazzonica emetterà più CO2 di quanta ne assorbe. Per concludere, è vero che in Europa, Nord America, Cina e Russia si è assistito negli ultimi anni ad un aumento della copertura boschiva e forestale: ma ciò è dovuto all’abbandono delle zone rurali e non all’aumento del CO2. Tagliare le emissioni di origine antropica significa ridurre l’eccesso di questo gas che, proprio a causa del suo aumento rapido, non riesce a rientrare nel normale ciclo del carbonio e non lasciare alberi e fitoplancton privi di nutrimento.


Argomento 7: "I vulcani emettono più CO2 degli esseri umani"
Confutazione: questo è un malinteso comune ed è di fatto errato. Sebbene i vulcani rilascino CO2, le loro emissioni sono una frazione molto piccola rispetto a quanto dovuto alle attività umane.

  • Emissioni antropiche: la combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) per l'energia, i trasporti e l'industria, insieme alla deforestazione, rilascia circa 35-40 miliardi di tonnellate di COall'anno (Global Carbon Project).
  • Emissioni vulcaniche: l'US Geological Survey (USGS) stima che tutti i vulcani del mondo, in media, rilasciano da 0,13 a 0,38 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno. Considerando i valori maggiori siamo ad appena lo 0,01%. Ciò significa che le attività umane rilasciano almeno 100 volte più CO2 all'anno di tutti i vulcani messi insieme. Le principali eruzioni vulcaniche possono avere effetti di raffreddamento a breve termine a causa del rilascio di aerosol (anidride solforosa) e ceneri che bloccano la luce solare, ma il loro contributo a lungo termine al CO2 atmosferico e al riscaldamento globale è trascurabile rispetto alle emissioni causate dall'uomo.


Argomento 8: "Sono solo i cicli solari"
Confutazione: il Sole è la principale fonte di energia della Terra e le variazioni nella sua produzione possono certamente influenzare il clima. Tuttavia, l'attività solare è stata monitorata attentamente per decenni dai satelliti. Queste misurazioni mostrano che:

  • Produzione solare stabile: negli ultimi 40 anni, mentre le temperature globali sono aumentate drasticamente, la produzione di energia del sole è rimasta relativamente costante o addirittura ha mostrato una leggera diminuzione (NASA, NOAA).
  • Se l'aumento della produzione solare fosse la causa principale dell'attuale riscaldamento, ci aspetteremmo di vedere un riscaldamento in tutta l'atmosfera, compresa l'atmosfera superiore (stratosfera). Invece, le osservazioni mostrano il riscaldamento nella bassa atmosfera (troposfera) e il raffreddamento nella parte superiore dell'atmosfera. A comprovare quindi il riscaldamento dovuto ai gas serra, in cui il calore è intrappolato più vicino alla superficie terrestre, mentre la stratosfera, che in genere irradia calore, si raffredda a causa della minore fuoriuscita di calore dal basso.

Conclusione
Le prove scientifiche del cambiamento climatico causato dall'uomo sono schiaccianti e provengono da molteplici linee di indagine indipendenti. Gli argomenti presentati dai negazionisti del cambiamento climatico sono costantemente confutati da una rigorosa ricerca scientifica. Accettare la scienza del clima non è una questione di convinzioni politiche, ma un riconoscimento di fatti empirici. Comprendere questi fatti è il primo passo per promuovere un discorso pubblico informato e potenziare un'azione efficace per il clima. Andiamo oltre la negazione e lavoriamo in modo collaborativo per mitigare gli impatti del cambiamento climatico e costruire un futuro sostenibile per tutti.

A breve cercherò di dedicare un post specifico all'argomento della supposta manipolazione complottista, approfondendo molte delle tematiche trattate qui e fornendo ulteriore materiale.
Nel frattempo nel post successivo ho cercato di mettere in evidenza gli aspetti dedicati alla sfida strategica che ci attende e alle indicazioni che ci vengono dal passato.

2 commenti:

Giovanni ha detto...

Ho letto con moltissimo interesse questo articolo, anche per il solo fatto che una serie di argomenti scientifici così importanti per chi ha la sfortuna-fortuna (?) di vivere in questi anni, dovrebbe interessare tutti noi. E chi come me - ma sono certo di essere in abbondante compagnia! - non ha le competenze culturali e scientifiche per entrare nel merito, ma tuttavia possiede una "normale" intelligenza ed è privo di preconcetti, "a prescindere", può benissimo arrivare a leggere questo interessante articolo fino alla fine. E dire, soddisfatto: "Ho imparato qualcosa di utile, n'è valsa la pena". Un sincero "CHAPEAU" all'autore.

Giacomo Milazzo ha detto...

Rispondo volentieri a Giovanni. Non solo perché è il primo commento da quando ho aperto queste pagine ;-) ma soprattutto per la qualità e la gentilezza delle sue parole, che mi spingono a proseguire. Grazie!

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