La sentenza: come un sisma devastante

Nel 1996 nel suo libro “Il mondo infestato dai demoniCarl Sagan cercava di spiegare che in una società impregnata di tecnologia come la nostra quasi a contrappasso dantesco si fanno sempre più largo l'irrazionalità, la superstizione, il pregiudizio ed il rischio di entrare in un'epoca di nuovo oscurantismo diventa sempre più alto; la società tecnologica è sempre più assediata da nuovi profeti, impeti di irrazionalità e falsa ricerca del meraviglioso. Basti pensare alla New Age ed alle sue esagerazioni, ai guaritori ed agli astrologi, consulenti di fiducia persino di importanti capi di stato, agli psicochirurghi, all'ufologia ed alla mitologia degli alieni, alle truffe della parapsicologia, alla disonestà di giornali e programmi televisivi che sfruttano la credulità di persone impreparate. Insomma allontanarsi dalla scienza o permettere che venga demonizzata, significa in realtà consegnarci ai veri demoni.

E consegnarci un paio di questi demoni irrazionali preconfezionati è proprio quello che hanno fatto i giudici del processo alla Commissione Grandi Rischi. Con la loro sentenza odierna, che ha condannato per omicidio colposo plurimo i membri della suddetta Commissione. Politicamente discutibili a volte, sono, o meglio erano vista la concomitante sospensione da qualsiasi pubblico esercizio, sono comunque professionisti o scienziati preparati e capaci il cui unico errore è stato quello di attenersi alla scienza. Al suo metodo ed al pensiero scettico come unico mezzo per costruire, capire, ragionare e riconoscere fra argomenti validi e non validi ricorrendo ad una verifica indipendente dei concetti la cui verità deve essere dimostrata ogni qual volta ci sia un dubbio. Insomma quel che è normalmente chiamato metodo scientifico.

Superficialità, leggerezza, forse anche supponenza? Ma le dichiarazioni della Commissione in quei giorni concitati le ricordo e basta rileggerle con attenzione e con spirito obiettivamente scientifico: ma da qui ad emettere una condanna c’è un abisso imperscrutabile grande tanto quanto la probabilità di prevedere un sisma.

E se c’è qualcosa di politico sembra proprio questa sentenza: 6 anni di reclusione ciascuno per “omicidio colposo plurimo” (oltre 300 persone morte per colpa loro dicono i giudici). Troppo poco per il numero di morti e troppo per il tipo di giustificazione senza fondamenti scientifici e razionali. Sappiamo inoltre che in Italia, se incensurati, dietro le sbarre per omicidio colposo non ci va nessuno!

Non indugerò su quanto tante altre volte ho scritto sull’impossibilità di prevedere i terremoti, con i mezzi e le conoscenze odierne: basti ricordare che nemmeno i giapponesi o i californiani ci riescono. Rimando a quanto persone più preparate commentano in queste ore ed a quanto ne sentiremo ancora nei prossimi giorni. Ne riporto solo qualche passo su cui riflettere (via www.geologi.it).

…se invece la Commissione Grandi Rischi avesse concluso che nell'area dello sciame sismico che principalmente interessava il centro de l'Aquila era probabile nell'imminenza un forte terremoto (senza tra l'altro nessun supporto valido scientifico per l'imminenza), chi poteva escludere che ci sarebbero stati meno morti? Magari quelli per cui sono imputati forse si, ma chi poteva escludere che alcuni abitanti del centro dell'Aquila, che avvertivano più di altri tali scosse (come testimoniato da diversi servizi televisivi) sarebbero andati a dormire da parenti o amici nelle frazioni che poi sono risultate essere le più colpite come Castelnuovo, Onna, Sant'Eusanio, San Gregorio, Tempera con il risultato di più vittime?
Chi può escludere ciò?

Che processo balordo…mi piacerebbe sapere quanto viene a costare e che utilità in termini di prevenzione sismica ne scaturisce…intanto in Abruzzo non si riesce ad applicare la normativa sismica regionale per mancanza di personale addetto ai controlli…per mancanza di soldi e di volontà politica…

E’ stato un processo politico e spero che nei successivi gradi di giudizio si possa ribaltare completamente la sentenza odierna.

E intanto all’estero già ridono di noi della serie se avessero dovuto emanare un ordine di evacuazione allora la cosa dovrebbe valere per buona parte dell’Italia…Già, evacuiamo tutti in Francia e magari moriamo per l’esplosione di un reattore nucleare!

Negligenza, imbecillità, inettitudine, mancanza o mancata applicazione di norme specifiche ed altro del genere d’accordo. Ma una condanna del genere è farsesca e ridicola se non fosse tragica.

Mi sento profondamente amareggiato.

Aggiornamento del 23/10/2012-Tutta la comunità scientifica internazionale ribadisce che la sentenza è un non senso privo di qualsiasi fondamento. Ancora una volta il nostro paese non ha perso occasione per coprirsi di ridicolo.

Aggiornamento del 24/10/2012-Il Ministro Clini. Un processo come quello a Galileo.

“De terrae motus vaticinium” ovvero scienza sovietica

Duo genera sunt, ut Posidonio placet, quibus movetur terra. Utrique nomen est proprium: altera succussio est, cum terra quatitur et sursum ac deorsum movetur, altera inclinatio, qua in latera nutat alternis navigii more. Ego et tertium illud existimo quod nostro vocabulo signatum est; non enim sine causa tremorem terrae dixere maiores, qui utrique dissimilis est; nam nec succutiuntur tunc omnia nec inclinantur sed vibrantur, res minime in eius modi casu noxia; sicut longe perniciosior est inclinatio concussione: nam nisi celeriter ex altera parte properabit motus qui inclinata restituat, ruina necessario sequitur (Seneca, Naturales quaestiones)

Nei lontani anni del comunismo duro e puro di sovietica matrice e fino a tutti gli anni ‘70 in Unione Sovietica era scienza soltanto quanto dichiarato o scoperto dai possessori della tessera di partito mentre gli altri o erano rapiti e costretti comunque a lavorare per lo stato, ma in segreto, o finivano come si diceva e faceva allora in Siberia ed infine i più fortunati riuscivano a passare oltre cortina e costretti all’esilio.

Questo oltre ad aver portato ritardi o clamorosi errori, a volte catastrofici, nei cosiddetti piani pluriennali questa cosa evidenzia, come se già non fosse palese di suo, che la scienza è una e non esiste scienza ufficiale distinta da qualcosa non ufficiale.

In questi giorni di tremori sismici diffusi tornano ancora alla ribalta previsionisti, kabalisti, ballisti e fuffari di varia natura le cui amenità esilaranti ricevono eco da media più o meno diffusi a livello comunque nazionale e da scienza che affiancandosi alla appunto cosiddetta ufficiale sentenzia e pontifica. In questi giorni ho per esempio avuto modo di ascoltare almeno tre interviste diverse all’ormai mitico Giuliani e tirar fuori ancora una volta gli appunti del Bendanti.

Ora più volte io stesso da (ex) addetto ai lavori e, consentitemi, dall’alto della mia laurea cum laude in Geologia ho riportato su queste stesse pagine come sia più facile prevedere quanti gratta&vinci mi separano da una possibilità di vincita piuttosto che un terremoto; ma a quanto pare in questo nostro paese parolaio pieno di cazzari  non si finisce mai di toccare il fondo. Che poi l’acuirsi del fenomeno dei cazzari si è acuito a causa di quest’ultimo ventennio in cui dei medesimi tipi ne erano pieni i governi centrali e locali.

E così tra le tante voci oltre a castronerie micidiali quali quelle di tirare in ballo il fracking anche esimi professori universitari e specialisti che fanno previsioni. Certo, sono previsioni statistiche, con modelli matematici complessi e sofisticati, che danno ovviamente gradi di attendibilità su scala spazio-temporale ridotta, ma sempre statistica è: che significa avere il 97% di possibilità di un evento sismico da grave a catastrofico in una certa zona entro un certo intervallo di tempo (Giuliano Panza docet)? Significa che se quel periodo è di 30 giorni teniamo fuori casa gli abitanti a rischio per 29,1 giorni? Ammesso che il 97% sia un valore ammissibile!

Ora se per previsione intendiamo che in Italia può verificarsi un evento sismico intenso praticamente OVUNQUE (Sardegna esclusa) allora siamo tutti scienziati. Io stesso vista la statistica potrei dire che domani ci sarà un terremoto a Roma (indicata a rischio medio-basso) ed azzeccarla esattamente come potrei azzeccare tra rosso e nero alla roulette! Il tecnico dell’ENEA che ha previso l’evento sismico catastrofico calabro-siciliano da qui a 6 mesi-2 anni? E che significa? Tanto vale associarlo alla previsione Maya!

Ieri il Comitato “Grandi rischi” parlava di possibilità di verificarsi di altre scosse intense nei territori già colpiti…e quindi? E stamattina ha tremato il Friuli…e allora?

Purtroppo è noto che conviene spararle grosse. Se prevedo un terremoto fingendo o millantando competenze scientifiche ed invece sto solo contando su una botta di culo e ci azzecco divento immediatamente un luminare della sismologia internazionale e come minimo incasso subito bei soldi per le mie ricerche…se sbaglio amen, sarò stato uno dei soliti cazzari che finirà nella pattumiera dimenticato insieme al giornale vecchio. Le sparo grosse e me ne frego delle conseguenze sulla popolazione, più o meno quel che ha fatto ieri la commissione grandi rischi. Insomma la scommessa di Pascal applicata ai terremoti.

Vanno però compresi poveretti…Le dichiarazioni di ieri, riprese dal governo e sollevando il putiferio di polemiche che sappiamo sono umanamente comprensibili. Avranno evitato un’accusa ed un processo quale quello in atto contro la commissione che, nel 2009, non seppe prevedere il terremoto aquilanoniente di più ridicolo ed ingiusto. Ma è ovvio: i sismologi, i geologi, i tecnici insomma non riescono a fare previsioni? Incapaci. Ma certo: il mio medico mi dice che sono a rischio infarto e che faccio anziché controllare il colesterolo, smettere di fumare, mangiare sano e fare un po’ di moto? Lo denuncio per incapacità perché non sa prevedere quando avrò il coccolone…tzè

Come ho già scritto ai tempi del terremoto aquilano e come non mi stancherò mai di ripetere il terremoto non è prevedibile, al contrario dell’inettitudine e della imbecillità umana. Le case vecchie non messe in sicurezza (con fondi dei privati possessori) continueranno a crollare, gli edifici del patrimonio artistico non messi in sicurezza (con quali fondi? e da dove/cosa iniziare?) verranno giù come castelli di carta ma gli edifici di recente costruzione, le scuole, le caserme, gli ospedali, le prefetture e le fabbriche ed i loro capannoni non devono invece cedere alla prima scossa, cosa che puntualmente accade. Prima del 1976 in Italia non si sapeva neanche cosa fossero le norme edilizie antisismiche e dopo non è cambiato granché affidandosi alla buona sorte ed alla protezione in stile partenopeo…a’ maronna c’accumpagne

Ogni volta come a Gemona ed a L’Aquila osserviamo affiancate palazzine esteticamente, e solo esteticamente simili, distante pochi metri l’una dell’altra l’una intatta e la seconda sbriciolata o danneggiata al punto da renderla comunque inagibile, da demolire. E la differenza sta solo nella prevenzione presente in una ed assente nell’altra; non quindi nelle chiacchiere sulle differenze del sottosuolo che era e rimane oscuro e sconosciuto.

In questo articolo, lungo ma esaustivo e preciso ma tutto sommato semplice da capire anche per i non addetti, un geologo serio e preparato mette parecchio ordine riferendosi al recente terremoto emiliano e ancora una volta evidenziando la bufala delle previsioni.

Con buona pace di Galileo, Newton, Darwin ed Einstein la scienza è una ma l’umanità è varia. Attendendo con ansia una notizia di correlazione tra terremoti e scie chimiche…non mi resta altro che ingoiare un altro boccone amaro!

Qui la traduzione del brano di Seneca
Ci sono due tipi di terremoti, come piace a Poseidone, a causa dei quali è mossa la terra. Ciascuno dei due ha un nome proprio: uno è un moto sussultorio, quando fa tremare la terra ed è mossa verso l’alto e verso il basso, l’altro di moto ondulatorio, che oscilla di lato alternamente come una nave. Io ne considero anche un terzo che è segnato nel nostro vocabolario; infatti non senza una causa i più grandi sono detti tremito della terra, che è diverso da ciascuno degli altri due; infatti tutte le cose non sono né agitate né inclinate né subiscono una vibrazione, evento scarsamente pericoloso, in una situazione di tal genere.

Trenta giorni che sconvolsero il Giappone


L’11 marzo 2011, pochi minuti prima delle tre di pomeriggio, mentre uno degli tsunami più violenti della storia giapponese spazzava via un’intera regione costiera, un gruppo di uomini – su cui poco più tardi si sarebbe riversato uno tsunami di responsabilità ed accuse – se ne stava in vacanza-studio in Cina. A comporre questo gruppo c’erano i dirigenti dei più potenti media del Sol Levante ed i quadri della Tepco, la compagnia che gestisce la centrale di Fukushima.

Le spese del viaggio, come ha poi dovuto ammettere il direttore Tsunehisa Katsumata, erano per più della metà a carico della compagnia elettrica. Mentre i “potenti” dell’informazione si godevano il soggiorno all’estero, nei canali di informazione alternativa giapponese venivano piano piano a galla le notizie, fino ad allora taciute, sul binomio media-compagnia nucleare. Così, da leggende metropolitane sono divenute informazioni confermate quelle che riguardavano la responsabilità dei media che in passato scelsero di chiudere un occhio davanti alle inadempienze di uno degli sponsor più generosi di televisioni e giornali privati. La Tepco, infatti, elargisce annualmente centinaia di milioni di dollari per la pubblicità sui maggior quotidiani e canali televisivi della nazione, fatta eccezione per la TV pubblica NHK.

Il disastro di Fukushima è in parte colpa dei media” affermava Kazuo Hirumi, avvocato ed ex giornalista del quotidiano Sankei Shimbum e lo stesso Hirumi ha confessato di aver ricevuto precisi ordini dai suoi capo-redattori del Sankei perché, e la cosa è valida tutt’oggi, sono due i tabù per un reporter giapponese: l’industria nucleare e quella automobilistica.

Fortunatamente, in un periodo quale quello attuale in cui le tecnologie ed Internet sono indispensabili per la diffusione e per l’eventuale confutazione di fatti od idee, i giornalisti indipendenti hanno cavalcato l’onda che attendevano da tempo per opporsi ai media tradizionali come creatori di dialogo e critici dell’informazione governativa così mentre fino a prima del terremoto e del relativo tsunami in Giappone e nel resto del mondo si era abituati a vedere le news in televisione, ovvero spezzoni di conferenze messe insieme e arrangiate secondo direttive ben precise, grazie all’agorà virtuale messa a disposizione di chiunque i cittadini sono diventati il “quinto potere” in grado di controllare e verificare l’operato dei media e diffondere i fatti reali senza alterazione o manomissione e smascherano le menzogne.

Così sono riapparsi dal dimenticatoio vecchi cartoni animati (1, 2) in cui negli anni novanta il governo giapponese propagandava l’assoluta sicurezza del plutonio o poster disegnati dalle compagnie elettriche per pubblicizzare l’energia nucleare.

Fondamentale è stato inoltre il ruolo di quei pochissimi media internazionali che hanno abbattuto il muro dell’informazione governata e governativa formulando domande e ponendo dei dubbi laddove i giornalisti giapponesi non potevano farlo vuoi per la paura di perdere il posto da parte dei contrattisti vuoi per l’impedimento all’accesso a molte zone imposto ai giornalisti indipendenti giapponesi.

Proprio allo scopo di mettere in ginocchio questo tipo di speculazione mediatica un anonimo fin dai primissimi giorni mise “The wall of shame” (3), un sito dove sono stati riportati, istante per istante, tutti i commenti, le correzioni, le demistificazioni alle notizie apparse sui media. In un’unica pagina ancora oggi si possono vedere alcuni degli esempi più eclatanti di mala informazione che hanno colpito tutti i paesi, dal Canada, al Belgio, allo stesso Giappone. Una lunga lista mostra l’autore del misfatto, il giornalista, spesso assente del tutto dalla zona ma anche dalla stessa regione o dal Giappone, come i corrispondenti da Hong-Kong che realizzavano reportage in diretta. La scala della vergogna va dalla semplice distrazione, al sensazionalismo ed arriva fino al terrorismo mediatico.

Il libro di Pio d’Emilia, da cui mi sono permesso di estrarre questo breve sunto, è la cronaca minuziosa, diretta e scorrevole, dimostra che il vero giornalismo non significa assemblare notizie e lanciarle in rete o confezionarle ad arte per un servizio televisivo ma vuol dire bensì conoscere direttamente la realtà indagata, trasformando una fredda intervista in un dialogo partecipato. Le menzogne che per anni hanno accompagnato i giapponesi potrebbero essere davvero stavolta l’arma da utilizzare per affermare che non esiste e mai esisterà energia nucleare pulita e sicura. Partendo dalla spiegazione del come sia stato possibile per il paese di Hiroshima e Nagasaki accettare incondizionatamente il nucleare fin dalla fine degli anni cinquanta l’autore mette ordine nella disinformazione che ha regnato e tuttora è diffusa tra i più e che ha a che fare con quanto accaduto un anno fa e che riguarda tutto il nostro pianeta.

1) Genpatsu-Kun (centralino). Cartone animato propagandistico dove si illustra che Centralino è un bambino malato e dispettoso che minaccia di fare la cacca dappertutto ma alla fine i medici lo curano e scongiurano la pericolosa deiezione (leggi esplosione della centrale) limitando il danno a qualche scorreggina, anche se radioattiva.

2) Pluto-Kun (plutoncino). Questo spiegava invece ai bambini giapponesi che il Plutonio non è cattivo. Può servire a tante cose, proprio come la dinamite.

3) The Wall of Shame. Il link punta direttamente alle pagine riguardanti errori, omissioni e falsità riportate da “la Repubblica” che comunque è in ottima compagnia. Sulla sinistra il menu che riguarda gli argomenti per ordine di importanza o per testata giornalistica o televisiva.