06 settembre 2025

2024 - Un altro record di temperatura globale al rialzo!

[Edit del 30 ottobre 2025] Uno studio pubblicato ieri su BioScience conferma l'inesorabile tendenza. Come la fantozziana reazione al tordo intero: rosso, rosso pompeiano, arancio aragosta, viola, viola addobbo funebre, blu tenebra. Un'ulteriore conferma che le conseguenze delle alterazioni climatiche causate dall'uomo non sono più minacce future, ma sono presenti ora. Accompagnati da carenza di lungimiranza, inazione politica, sistemi economici insostenibili e disinformazione. Quasi ogni angolo della biosfera è scosso dall'intensificarsi del caldo, da tempeste, inondazioni, siccità o incendi. La finestra temporale per prevenire le conseguenze peggiori si sta rapidamente chiudendo. All'inizio del 2025, oggetto di questo post, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale aveva riferito che il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato (WMO 2025a). Attualmente ci sono evidenze che probabilmente è stato il più caldo degli ultimi circa125.000 anni. L'aumento dei livelli di gas serra rimane la forza trainante di questa escalation. Questi recenti sviluppi sottolineano l'estrema insufficienza degli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra e segnano l'inizio di un nuovo, fosco capitolo per la vita sulla Terra.



Dopo aver raccontato le affermazioni e le previsioni del Rapporto annuale sullo stato del clima globale, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO – World Meteorological Organization) ha confermato che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato, con una temperatura di circa 1,55 °C superiore al livello preindustriale. Ancora una volta, per quanto gli ultimi 10 anni siano stati tutti nella top ten, si batte un primato, con una serie di temperature record.

Link a questo plot

Punti salienti

  • gli ultimi dieci anni, dal 2015 al 2024, sono i dieci anni più caldi mai registrati
  • abbiamo probabilmente assistito al primo anno solare con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5 °C rispetto alla media del 1850-1900
  • per raggiungere la cifra globale consolidata dell'OMM vengono utilizzati sei set di dati internazionali
  • il 2024 ha visto temperature eccezionali della superficie terrestre e marina, oltre che un accumulo di calore oceanico
  • l'obiettivo a lungo termine sulla temperatura dell'accordo di Parigi non è ancora definitivamente superato, ma è in grave pericolo

Secondo l'analisi consolidata dei sei insiemi di dati condotta dall'OMM, la temperatura media globale della superficie terrestre è stata di 1,55 °C (con un margine di incertezza di ± 0,13 °C) superiore alla media del periodo 1850-1900. Ciò significa che probabilmente abbiamo appena vissuto il primo anno solare con una temperatura media globale superiore di oltre 1,5 °C rispetto alla media del periodo 1850-1900.

La valutazione odierna dell'OMM) dimostra ancora una volta che il riscaldamento globale è un dato di fatto inequivocabile. Il fatto che alcuni anni superino il limite di 1,5 gradi non significa che l'obiettivo a lungo termine sia stato infranto ma che le azioni da mettere in campo devono essere ancora più incisive e urgenti, opzioni che collidono fortemente con quanto ho cercato di raccontare nella recente serie di tre post dedicati alla gestione fallimentare del cambiamento climatico. La necessità di opporsi all’andamento con messa in opera di azioni quanto meno mitigatrici è inversamente proporzionale, purtroppo, a quanto fatto e quanto in programma. Le temperature torride del 2024 richiederebbero un'azione climatica pionieristica che avrebbe dovuto essere attuata già all’inizio di quest’anno: siamo praticamente verso la sua fine e nulla o pochissimo è stato fatto. Le parole del segretario generale dell’ONU Antonio Guterres lo scorso gennaio «C'è ancora tempo per evitare il peggio della catastrofe climatica. Ma i leader devono agire, ora» sono andate del tutto a vuoto, affondate anche da una complessa crisi internazionale.

Le sei serie di dati utilizzati dall’OMM, rappresentati in colori diversi nel grafico precedente, non lasciano adito a dubbio alcuno: si tratta di una valutazione della temperatura basata su molteplici fonti di dati per supportare il monitoraggio climatico internazionale, che nasce soprattutto per fornire informazioni autorevoli a supporto delle decisioni e dei programmi delle Nazioni Unite in tema climatico, per mezzo soprattutto di IPCC e UNFCCC. I set di dati provengono dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), dall'Agenzia meteorologica giapponese, dalla NASA, dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, dal Met Office del Regno Unito in collaborazione con la Climatic Research Unit dell'Università dell'EastAnglia (HadCRUT) e da Berkeley Earth.

Sotto gli occhi di tutti, per lo meno di quelli di chi vuol vedere davvero, l’evoluzione climatica e la sua storia raccontano che non si tratta di un paio di anni record consecutivi, ma di un'intera serie decennale. Il tutto accompagnato da condizioni ed eventi meteorologici estremi e devastanti, dall'innalzamento del livello del mare e dalla fusione dei ghiacci, con i cosiddetti tipping point (punti di non ritorno) superati più volte. E il tutto alimentato da livelli record di gas serra dovuti alle attività umane.

Un singolo anno con una temperatura superiore a 1,5 °C non significa che non abbiamo raggiunto gli obiettivi di contenimento della temperatura a lungo termine dichiarati dall'Accordo di Parigi, che si misurano su decenni anziché su un singolo anno, ma è essenziale riconoscere che ogni frazione di grado di riscaldamento in più è importante. Che si tratti di un livello inferiore o superiore a 1,5 °C di riscaldamento, ogni ulteriore incremento del riscaldamento globale aumenta l'impatto sulle nostre vite, sulle nostre economie e sul nostro pianeta.

L’esistenza di un margine di incertezza in tutte le valutazioni della temperatura non è sinonimo di ignoranza, come i negazionisti vorrebbero far credere, ma fa parte del normale procedere del metodo scientifico, alimentato da dubbi e dalla ricerca di risposte. Tutti e sei i set di dati indicano il 2024 come l'anno più caldo mai registrato e tutti evidenziano il recente tasso di riscaldamento. E tuttavia, non tutti mostrano l'anomalia della temperatura superiore a 1,5 °C a causa delle diverse metodologie.

Uno studio separato, pubblicato su Advances in Atmospheric Sciences, ha inoltre scoperto che il riscaldamento degli oceani nel 2024 ha giocato un ruolo chiave nel generare temperature record. Le temperature medie degli oceani sono le più calde mai registrate e non solo in superficie, ma anche fino a 2000 metri di profondità, dati confermati da un altro studio pubblicato dall’Accademia Cinese delle Scienze, per un team totale di di 54 scienziati provenienti da sette paesi e 31 istituti di ricerca.

Come noto, circa il 90% del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale è immagazzinato nell'oceano, rendendo il contenuto di calore oceanico un indicatore critico del cambiamento climatico. Calore che viene poi rilasciato molto lentamente ed i cui effetti possono protrarsi anche per molto tempo dopo che un eventuale riscaldamento si interrompa, seguito da un’inversione di tendenza. Secondo lo studio, basato su dati dell'Institute of Atmospheric Physics, dal 2023 al 2024 l'aumento del contenuto di calore oceanico a livello globale, nella parte superiore dei primi 2000 metri, è stato pari a 16 ZettaJoule (zetta = 1021)[1], circa 140 volte la produzione totale di elettricità mondiale nel 2023.

Il rapporto globale sul clima dell’OMM, di cui ho anticipato qualcosa lo scorso marzo, ha fornito i dettagli completi sui principali indicatori del cambiamento climatico, tra cui ovviamente il quantitativo di gas serra, le temperature superficiali, il calore degli oceani, l’innalzamento del livello del mare, il ritiro dei ghiacciai e dell’estensione del ghiaccio marino; oltre che dettagli sugli eventi ad alto impatto.

Se gli oceani si scaldano il Mediterraneo lo fa ancora più velocemente…

Istituto di fisica atmosferica (Accademia cinese delle scienze)

 

Sebbene l’accordo di Parigi, di cui ho scritto anche di recente, non fornisca una definizione specifica, quanto allora concordato suggeriva (di più non poteva fare) di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C e comunque di non andare oltre 1,5 °C. Riferendosi a periodi di almeno un decennio, e il decennio è passato.

Lo scorso gennaio Guterres aveva anche invitato i governi a presentare quest'anno nuovi piani nazionali d'azione per il clima, per limitare l'aumento della temperatura globale a lungo termine a 1,5°C e a sostenere l'accordo per i paesi più vulnerabili che soffriranno del cambiamento climatico con impatti devastanti (per approfondire l’aspetto sociale si veda anche qui, e qui).

A parte il trovarsi probabilmente fuori tempo massimo di…buone intenzioni sono lastricate le strade dell’inferno. I programmi? Non pervenuti.

I picchi di temperatura a breve termine, nel quadro complessivo del riscaldamento a lungo termine, possono certamente esser stati causati da fenomeni naturali come El Niño, che si è verificato da metà 2023 a maggio 2024; così come il suo complemento, La Niña, è stata la causa di anomalie di temperatura e fenomeni meteorologici non conformi al periodo estivo di quest’anno e sarà probabilmente causa di eventi futuri.

Poiché comunque il riscaldamento globale continua, sono necessari monitoraggio e comunicazione continui, soprattutto rispetto all'obiettivo di temperatura a lungo termine dell'accordo di Parigi: il cui scopo principale è aiutare i decisori politici nelle loro deliberazioni.



[1] Per avere un riferimento la quantità totale di energia che ogni secondo investe la Terra, decurtata della parte riflessa (il 30% di quella incidente), è pari a 170.000 TW, ovvero 1,717 Joule/s; per fare un confronto la quantità totale che viene utilizzata a scopi energetici sul pianeta, per tutto, dal traffico aereo ai caricabatteria, è pari a 13 TW, l'umanità nel suo complesso circa 40 TW.


Nessun commento:

Posta un commento

L'Amministratore del blog rimuoverà a suo insindacabile giudizio ogni commento ritenuto inadeguato od inappropriato.
Per motivi tuttora ignoti anziché un account Google come da impostazione, ne viene richiesto uno Blogger. In altre parole, per ora non potete sottoporre commenti, a meno che non abbiate, appunto, un account Blogger. Spiacente.