Prima del cambiamento climatico indotto dalle attività umane il clima rivestiva, nel contesto dell’evoluzione darwiniana, un elemento di contingenza data la sua bizzarra imprevedibilità, come aveva ben evidenziato il grande biologo evoluzionista Stephen Jay Gould: «Il clima? Niente di più bizzarro e imprevedibile!».
Le mutazioni erano e sono sottoposte al vaglio cieco della selezione naturale anche in base a cambiamenti climatici, la sopravvivenza stessa delle specie dipendeva dall’incontro casuale di due linee contingenti: il clima della regione in cui si nasce e la possibilità o capacità di adattamento a questo. Gli evoluzionisti dicono che se riavvolgessimo il nastro della storia della vita sulla Terra e ripartissimo da zero potremmo avere pressoché infiniti finali diversi da quello attuale. La vita inaspettata che non ci aveva previsto potrebbe essere del tutto diversa, e la paleontologia ci racconta che i tentativi di evoluzione in forme di vita poi abortite lungo il percorso sono tantissimi.
Conosciamo con margini di certezza altissimi cosa accadrà, addirittura lo abbiamo misurato e lo vediamo in atto ormai da decenni, ignorando incoscientemente che ne saremo vittime, per di più consapevoli come suicidi, continuando in corsa sulla strada aperta dal cambiamento climatico.
Ed ecco il paradosso.
Qualunque essere vivente è il frutto di una duplice causalità[2], con una parte notevole svolta dal caso. Gli esseri viventi sono sistemi dinamici le cui vicissitudini non possono che obbedire alle leggi del mondo fisico ma, a differenza degli oggetti inanimati, hanno anche un loro percorso indipendente, essendo forzati a seguire i dettami delle istruzioni racchiuse nel loro patrimonio genetico. Un altro grande biologo, Ernst Mayr, avrebbe detto che sono sistemi chimico-fisici spinti da una causalità fisica ma che godono di una sorta di libertà vigilata, essendo forzati a seguire il più fedelmente possibile le istruzioni del proprio genoma.
Paradossalmente ci siamo portati su una strada di cui conosciamo benissimo il percorso e non stiamo facendo nulla per cambiarlo, o per lo meno, siamo ancora alle chiacchiere preliminari quando siamo in ritardo spaventoso con i fatti, soprattutto quelli che riguardano l’adattamento.
Qualcuno resterà a raccontarlo. Dopotutto, a causa di un mutamento climatico di segno opposto e del tutto naturale, i vichinghi groenlandesi furono decimati dal ritorno del freddo, quello vero, alla fine del XIII secolo, ma gli indigeni, gli inuit, non ne furono minimamente colpiti.
[1] Si dice meno di un secolo. Quattro generazioni appena. Guardando al passato persone di cui avete avuto notizie dirette, i bisnonni, o i loro genitori. E noi stessi saremo parte delle storie dei nostri pronipoti, o dei loro figli.
[2] CaUsalità, attenzione, non CasUalità
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