La recente missione marziana ha tirato fuori ancora una volta la folle idea che vede riservata all'umanità una via di fuga su altri pianeti.
Ovvio che le missioni come Perseverance hanno tutto il mio sostegno: le ricadute tecnologiche della ricerca scientifica a quei livelli sono sempre positive e dopo tutto la spesa, anche pubblica, per finanziare le missioni spaziali è davvero ridicola se paragonata a ben altri sprechi.
Va da sé quindi che Marte è da sempre l'obiettivo più prossimo oggetto di grandi attenzioni, soprattutto perché, e questo è sicuro, qualche miliardo di anni fa aveva un'atmosfera più ricca e tanta acqua. Ci sono anche alcuni satelliti di Giove e Saturno piuttosto interessanti ma Marte è nell'immaginario dell'umanità, sarà forse per via di Bradbury e del suo bellissimo "Cronache marziane"?
Marte dunque. Dopo un viaggio di mesi esposti a letali radiazioni cosmiche gli astronauti metterebbero quindi piede su un deserto rosso spazzato da tempeste di vento furiose, bombardato da meteoriti, cotto da raggi mortali, senza ossigeno né acqua. Condurrebbero una vita d'inferno, nascosti in caverne, buchi o crepacci come insetti, oppure chiusi in cupole maleodoranti, assumendo farmaci contro il panico da isolamento: «My first look at my forever home»...casa per sempre "scrive" Perseverance.
Gli sforzi di questi astronauti sarebbero essenzialmente tesi a proteggersi, coltivando una nostalgia per la cara vecchia Terra tale da far rimpiangere persino i dibattiti politici!
Ma l'ambizione ingegneristica di "terraformare" Marte è vecchia come la voglia di arrivarci. Ci stanno lavorando e, tornando alle ricadute di prima, hai visto mai dovessero scoprire qualcosa di utile ad alleviare l'atavico problema del nostro sovrappopolato pianeta? La fame. Si sa che la serendipità è sempre in agguato.
Diritto divino come un novello Colombo a piantar bandiera in nome del pianeta Terra o di chissà quale nazione tra le solite (USA, Russia, Cina...)? Se dopo tutto l'umanità è riuscita a contenere le proprie ambizioni devastanti per l'Antartide perché Marte dovrebbe essere stravolta?
E chi dovrebbe iniziare la colonizzazione? Già nelle premesse la cosa somiglia troppo a qualcosa di decisamente elitario. Ma il gioco infine non vale la candela: senza contare quanto tempo impiegheremmo per "terraformare" Marte, l'aspettativa di vita per questo pianeta sarebbe di poco superiore a quella della Terra. Se tra un miliardo di anni la temperatura media del Sole sarà, come sappiamo essere, aumentata quanto basta per cancellare ogni traccia di vita sulla Terra, a Marte toccherà poco dopo. Tutto quello sforzo per guadagnare qualche millennio in più? E coordinato così lungamente nel tempo da chi?
Ah! Ovviamente senza dare per scontato che Homo cosiddetto Sapiens ben prima di quel miliardo di anni avrà già bell'e fatto quanto serve ad autoestinguersi.
E quindi che si fa? Di pianeta in pianeta ci si allontana per evitare l'inevitabile? E' solo un diversivo del tutto inefficace rispetto alla mortalità del destino terrestre.
Morale? Facile.
Cambiamo condotta e cerchiamo di mantenerla!
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